Noi di WeAgentz siamo da sempre promotori della collaborazione fra agenti immobiliari, una collaborazione che deve nascere sia fra gli agenti di marchi indipendenti, sia fra quelli dei gruppi in franchising e network immobiliari, che si tratti delle più note Tecnocasa, Re/Max, Gabetti, Toscano o di BeHouse poco conta. Così come siamo accaniti tifosi della professionalità e della buona reputazione che, a partite dai singoli agenti, dovrebbero continuare a permeare il mondo immobiliare per una sana crescita del settore, dei marchi e dei professionisti che gravitano attorno al pianeta Real Estate italiano e non solo.

Abbiamo con piacere notato che un nuovo gruppo immobiliare, nato solo da pochi mesi, sembra aver preso a cuore i nostri stessi interessi ed obiettivi, tanto da proporsi sul mercato come il network più moderno e rivoluzionario Made in Italy del settore immobiliare. Stiamo parlando di BeHouse (visualizza il website), marchio Almond Italia nato su iniziativa del founder Andrea Anedda.

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Per spiegare meglio il progetto BeHouse, abbiamo raggiunto proprio il fondatore Andrea Anedda, che ha approfondito con noi le dinamiche del network, analizzando il funzionamento dei franchising in Italia e gli elementi di differenziazione che contraddistinguono appunto, il nuovo gruppo BeHouse. Ecco a voi un’intervista molto dettagliata e approfondita.

Andrea, grazie per essere qui con noi. Raccontaci il tuo background nel settore immobiliare e qual è stata la scintilla che ti ha portato a creare il marchio BeHouse.

Grazie a voi per la possibilità che ci offrite per far conoscere il nostro progetto e il brand BeHouse.

Io ho iniziato a lavorare nel settore immobiliare ad inizio 2006 in un noto franchising italiano, per 3 anni circa, nei quali con dedizione e passione ho ottenuto risultati e riconoscimenti importanti che hanno certamente contribuito a creare le fondamenta per il mio percorso imprenditoriale, iniziato autonomamente a fine 2008 quando costituii la mia prima società immobiliare e creai il mio primo marchio, Capoluogo Immobiliare, ma su questo non mi dilungo e rimando per gli approfondimenti ad alcune pubblicazioni consultabili anche sulla rivista Millionaire nel novembre del 2014.

Prima di rispondere alla domanda, se mi consentite, farò alcune premesse che ritengo personalmente importanti, le quali mi hanno portato a creare un nuovo progetto avvalendomi di stimati professionisti.

Una prima premessa è relativa al mercato immobiliare che oggi è caratterizzato da tante proposte di affiliazione in franchising o similari sia da parte di PMI che di grandi società, che però concretamente non permettono un livello di autonomia elevato e che presentano di fatto una struttura gerarchica che oggettivamente limita l’operare del nuovo affiliato, salvo casi eccezionali determinati dagli alti fatturati.

Secondo punto: al di la della fee d’ingresso contenuta o elevata al momento dell’adesione o di una royalty mensile più o meno economica, si è comunque vincolati ad acquistare tutto il merchandising dalla casa madre, che a mio parere solo in pochissimi casi risulta moderno e con un layout adeguato ai tempi odierni, che difficilmente si può personalizzare con la propria attività nonostante si possano avere idee creative ed interessanti rispetto all’offerta della casa madre.

Terzo, gli strumenti in dotazione agli affiliati, ad esempio i gestionali e i portali web, risultano tecnologicamente obsoleti o datati e nella gran parte dei casi sono sviluppati da terzi, impedendo in tal modo di determinare un livello di personalizzazione adeguato e consono anche alle esigenze specifiche. Gli upgrade hanno generalmente una cadenza biennale e raramente sono frutto di uno studio progettuale, ma piuttosto di un tentativo di allineamento con i competitors.

Quarto punto, e non vado oltre, nel mercato si è creata da tempo una certa diffidenza nel ruolo dell’agente immobiliare e nell’operato delle agenzie, indipendentemente dal marchio utilizzato o dagli slogan che vengono promossi, al punto tale che oggi rivolgersi ad un mediatore è l’ultima opzione considerata da parte del potenziale cliente, il quale ritiene perciò superfluo o oneroso affidarsi a questa figura professionale. Questo perché, a mio avviso, è anche necessario ristabilire un’etica nella professione e alzare chiaramente la qualità del servizio, affinché una persona possa essere decisa, informata, contenta, serena nel valutare il supporto del professionista e di conseguenza corrispondergli la giusta provvigione.

Detto questo, la mission di BeHouse è quella di poter creare una rete, quindi un network immobiliare accessibile a tutti gli operatori coinvolti nel settore con specifiche precise e che certifichino un background professionale solido, costruito con passione, determinazione, ma ribadisco anche con un’etica rilevante; ritengo che il nostro progetto sia una sana e fresca proposta nel settore. Da qui la scintilla di avviare un nuovo progetto, una nuova idea, che nasce e si propone sul mercato nazionale a fine ottobre 2016 dietro una mia precisa volontà di investimento per costituire un vero network che coinvolga gli agenti immobiliari e le agenzie, affinché si possa realmente alzare il livello della qualità del servizio ai clienti, mettendo a disposizione di tutti gli attori protagonisti gli strumenti necessari per poter operare con le caratteristiche già esposte in precedenza. Quindi in sostanza con un alto grado di professionalità e di innovazione non solo da un punto di vista degli strumenti tecnici utilizzati, ma anche con un nuovo metodo di gestione della clientela e uno stile ben identificato di programmazione e preparazione del lavoro e di accoglienza sincera.

Credo, se mi posso permettere, che anche voi con WeAgentz abbiate visto necessario supportare le persone, i potenziali clienti, nella valutazione della professionalità e dell’affidabilità dell’agente immobiliare al quale rivolgersi, considerando che nella maggior parte dei casi, i potenziali clienti sono persone comuni, che con sacrificio e poche risorse devono fare un’importante scelta, a volte unica nella loro vita. com’è l’acquisto di una casa o una eventuale soluzione in locazione adatta alle proprie esigenze. Ritengo che non si possa pensare solo al profitto e cercare di chiudere in tutti i modi gli affari, perché questo rischia di allontanare ancor di più la credibilità e la fiducia riversata sull’agente, screditando in tal modo la figura professionale. Certamente il vostro progetto premierà i tanti professionisti che ci sono e che lavorano con trasparenza e passione; sappiamo che Internet, oggi, è certamente il mezzo di comunicazione più importante al mondo per informarsi e trarre le proprie valutazioni.

Vi presentate come “il marchio più moderno e rivoluzionario nel settore di mediazione immobiliare”. Che cosa proponete di così moderno e rivoluzionario?

Ci tengo a precisare che ci presentiamo come “il network più moderno e rivoluzionario Made in Italy nel settore immobiliare”, sottolineo Made in Italy e di questo, con la giusta umiltà, noi di BeHouse siamo fieri ed è per noi motivo di grande orgoglio. Non vogliamo andare avanti con slogan o millantando numeri per acquisire la fiducia di operatori e clienti. Per noi oggi l’importante è andare alla sostanza, indipendentemente da numeri e percentuali da esporre per i soli fini pubblicitari.

Abbiamo puntato forte su nuove idee e soluzioni che riteniamo vincenti e, con pazienza e lavoro continuo, siamo ottimisti sul fatto che ne vedremo i risultati nel breve periodo.

Definiamo BeHouse un marchio moderno, perché ci presentiamo con uno stile fresco, essenziale e diretto, analizzando quello che di buono è stato fatto negli anni precedenti da terzi e dalla concorrenza, ma apponendo quelle che noi riteniamo le giuste innovazioni per un pronto riammodernamento. È sufficiente avere una panoramica più ampia per constatare facilmente, anche su Internet, che la gran parte delle agenzie e dei marchi non hanno ancora rinnovato nemmeno il layout e le strutture web, in un’epoca condotta commercialmente dal web e dai social network.

In BeHouse pensiamo che l’adeguata comunicazione e una moderna presentazione via Internet siano alla base dell’avvio di un progetto, perché chi vuole acquisire informazioni sul marchio possa farlo con piacere, con immediatezza ma anche con la necessaria razionalità; ho investito principalmente su un team tecnico, giovane e specializzato, in grado di offrire un layout, una grafica e quindi uno stile contemporaneo, al passo con i tempi e accessibile a tutti da dispositivi mobile, oramai in utilizzo in una percentuale maggiore rispetto anche ai notebook o ai classici pc desktop.

Sviluppiamo in-house, sfruttando quanto di buono era già stato progettato e presente sul mercato, un gestionale web based polifunzionale esclusivo per il Real Estate con un concetto touch estremamente intuitivo.

Un sistema che integra un back-end in modalità user friendly a disposizione degli agenti, dalla semplice richiesta da parte di un cliente, alla digitalizzazione della modulistica attraverso un sistema in cloud progettato nei particolari, dall’archiviazione digitalizzata dei documenti degli immobili alla gestione contabile e di fatturazione in forma semplice ed immediata in grado di essere assistita e condivisa in tempo reale da commercialisti e professionisti collegati all’agente per ricevere un supporto manageriale dell’attività, performante e continuo.

Riteniamo interessante la soluzione proposta ed integrata per la gestione del portfolio immobiliare, una soluzione completa e subito condivisibile nella propria pagina web o minisito dedicato e nell’intera piattaforma; inoltre abbiamo pensato necessario fidelizzare concretamente i clienti, mettendo a loro disposizione un’area riservata che offra informazioni aggiornate sulle proprie richieste o i servizi per i quali hanno dato incarico e fiducia in esclusiva all’agente o all’agenzia. Certamente riteniamo che di moderno ci sia il progetto tecnologico BeHouse che collega tutti questi processi operativi e produttivi in un’unica dashboard in cloud, cioè, avere tutte le informazioni e i documenti sempre disponibili e a portata di mano anche con tablet e smartphone oltre che da pc con qualsiasi browser, favorendo quindi la dinamicità delle attività dell’agente che ha perciò a disposizione un’agenzia virtuale perfettamente operativa, allo stesso modo di quella fisica. A supporto offriamo anche un servizio di segretariato dedicato per la gestione delle chiamate e degli appuntamenti. Ma non spingo oltre altrimenti finisco le cartucce! Scherzo ovviamente.

Continuo. Di rivoluzionario c’è il cambiamento di stile, di forma e di organizzazione. Oltre al nostro concetto, passatemi il termine, di “agente 2.0”, in BeHouse puntiamo molto sulla formazione e la diffusione di una nuova cultura del professionista. Mi spiego meglio. Abbiamo riscontrato che molti marchi o agenzie arruolano ancora giovani o personale alle prime armi, trasmettendo loro alcune informazioni base con l’obiettivo primario della crescita del numero di affiliati, creando a volte la mentalità del facile guadagno e presentando loro continui riconoscimenti, attestati, regalini, targhe premio ecc… per stimolare l’agente. Su questo non c’è nulla di sbagliato, per carità, ma noi preferiamo confrontarci con i professionisti, trasferire fame di cultura del lavoro, conoscenza approfondita sul settore, crescita umana e professionale, richiedendo all’agente solo il 5% della provvigione riconosciuta. Non imputiamo costi fissi a nessuno perché crediamo che noi per primi dobbiamo essere loro partner e non una voce di debito in bilancio, né tantomeno avere l’odiosa funzione di casa madre, a mio parere obsoleta e sempre più in calo.

È interessante quello che abbiamo riscontrato da uno dei sondaggi interni BeHouse avviati su scala nazionale, richiedendo alle persone interviste telefonicamente o via Internet di esprimersi rispetto alla loro esperienza con un agente o agenzia immobiliare. Vi rivelo che purtroppo il dato finale ha indicato che più del 70% da noi intervistato non ha vissuto un’esperienza positiva per diversi motivi o comunque non secondo le aspettative e, tra i principali motivi espressi nel giudizio negativo, vi sono l’inesperienza, la mancanza di reperibilità, l’incertezza, l’insistenza, l’inconcludenza. Queste sono solo parte delle criticità per le quali tutti noi dovremmo porci delle domande con autocritica, e che hanno certamente una radice proprio dall’approccio al lavoro sbagliato, dalla mancanza reale di organizzazione o dalla resistenza di una cultura retrograda relativa allo stile degli agenti immobiliari del passato quando, non nascondiamoci, il potere d’acquisto era molto più ampio e non vi era una flessione finanziaria ed economica come quella attuale.

Facciamo una panoramica completa del network BeHouse: che cosa fate e come lo fate?

Noi abbiamo investito in prima battuta sull’organico, professionale e tecnico all’interno di BeHouse; abbiamo formato con attenzione un team multidisciplinare di professionisti, ognuno a capo di un dipartimento operativo specifico, vedi ad esempio, il Real Estate, il marketing, il reparto IT, la formazione, il dipartimento legale, ecc…

Questo perché crediamo fortemente che per arrivare ad un successo reale sia necessario investire sulle risorse umane, sulle eccellenze, trovando però un perfetto equilibrio tra giovani neolaureati e professionisti affermati, che per competenze possono operare al meglio nella crescita del brand e dell’ottenimento dei risultati prefissati.

Abbiamo una squadra dedicata allo sviluppo del marchio che attraverso un’accurata selezione, da febbraio 2017 sta contattando direttamente i profili di nostro interesse tra agenti e agenzie attive in Italia. Proponiamo cosi la nostra offerta di partnership BeHouse con eleganza e serietà, presentandoci ed elencando i nostri servizi e poi inviando loro la documentazione informativa e contrattuale… e vi dirò che davvero abbiamo tanti contatti e profili aperti in questo momento, che stiamo valutando. Molti ci ascoltano con piacere soprattutto dopo che specifichiamo che BeHouse non è un franchising, bensì un network italiano che agglomera professionisti certificati i quali, uniti da un marchio, da un modus operandi e da una filosofia di lavoro comune, con la propria autonomia di gestione, concorrono ad operare su tutto il territorio nazionale senza limiti territoriali e con servizi di eccellenza.

Non richiediamo pertanto nessuna fee d’ingresso o royalty mensile ma, come dicevo, solo il 5% relativo al fatturato ottenuto dalle intermediazioni, cosi l’agente può utilizzare la forza di un network, beneficiare dei vantaggi e dei servizi del marchio BeHouse, trattenendo il 95% della parcella riconosciuta dalla mediazione immobiliare.

È per questo che utilizziamo il termine “rivoluzionario”, perché nessun marchio in franchising o altro network riconosce una percentuale così alta a propri agenti, senza imporre peraltro costi fissi e volutamente non creiamo un’esposizione economica al professionista o all’agenzia, se non limitata alla buona riuscita della trattativa, ripeto, per il solo 5% a provvigione incassata. Il 95% va in tasca all’agente.

La nostra formula è del “paghi poco e solo quando incassi”, e noi investiamo continuamente nella ricerca di innovazione e marketing nell’interesse comune.

Chi aderisce al marchio BeHouse beneficia inoltre di una pagina web totalmente dedicata alla propria attività immobiliare, una pagina moderna laddove si presentano i propri immobili che sono visibili anche in una scheda digitale completa e chiara, sempre a disposizione dei clienti. L’agente dispone di un gestionale evoluto ed integrato al portale web, un servizio di segretariato professionale a lui esclusivamente associato e tanti altri servizi specifici dedicati, come ad esempio il caricamento giornaliero dei propri annunci nei principali portali di inserzioni, un’attività che richiede molto tempo.

Mettiamo a disposizione tutto il materiale pubblicitario e di rappresentanza, la cartellonistica e la modulistica BeHouse necessaria alla gestione delle varie fasi operative, inoltre il tutto viene gestito ed archiviato in cloud perché sia sempre ricercabile e fruibile dall’agente e dai propri collaboratori in ogni momento, anche fuori sede o in più filiali allo stesso modo.

I nostri professionisti del marketing e del design sono a disposizione per trovare sempre le soluzioni migliori per presentarsi al meglio con il singolo cliente o con i gruppi imprenditoriali o i costruttori per valutare la presentazione specifica di particolari immobili nel mercato, ed inoltre sono sempre disponibili per consigliare un restyling delle agenzie alle quali non si richiede di cambiare denominazione o mobilia, se non l’unica condizione di rendere visibile al pubblico il marchio BeHouse e quindi promuovere lo stesso network.

Quante figure professionali sono attualmente coinvolte e in quante agenzie?

Al 31 dicembre 2016 in soli due mesi dall’avvio fanno parte del network 10 Agenzie e 22 professionisti BeHouse operativi. Oggi sono al vaglio 40 candidature che speriamo possano essere le figure che ricerchiamo nel territorio nazionale. Con altri agenti abbiamo già raggiunto degli accordi preliminari in attesa che possano svincolarsi dai contratti precedentemente siglati con altri marchi e finalmente essere attivi nel network BeHouse.

Certamente siamo consci che possa sorgere diffidenza, perché non abbiamo una storia alle spalle né tanto meno, ad oggi, siamo conosciuti in maniera diffusa, ma crediamo che con la competenza e la professionalità possiamo ottenere visibilità e trasmettere il progetto nella sua totalità e con entusiasmo. Abbiamo agenti e consulenti nell’organico manageriale BeHouse d’esperienza decennale, i quali senza dubbio sono un valore aggiunto per superare i primi ostacoli e che portano dentro il loro background imprenditoriale o di affiliazioni a noti marchi.

Immaginiamo sia solo un punto di partenza. Quali sono gli obiettivi di espansione territoriale di BeHouse nel medio e lungo periodo?

I progetti sono molto ambiziosi e certamente richiedono un lavoro continuo e intenso. Nell’arco del primo anno vorremmo essere presenti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, quindi presenti in tutte le regioni, da lì continuare la ricerca di professionalità ed eccellenze nel settore. Non tutti ad oggi possono liberamente entrare a far parte del network. Non vogliamo fare i selettivi a tutti i costi, ma riteniamo necessario mantenere un protocollo di qualità per difendere la nostra vision e la nostra mission e trasmetterle con accuratezza ad ognuno. Per noi è importante selezionare chi farà parte della squadra, pertanto valutiamo il background e la reputazione degli agenti e delle agenzie in base ad una nostra selezione interna e condivisa con professionisti specializzati in questo.

Il marchio BeHouse deve raggiungere livelli di eccellenza, altrimenti di rivoluzionario non rimarrebbe nulla e si rischierebbe di omologarsi ai tanti marchi già esistenti. Provate a richiedere informazioni ad uno di questi, è semplice, paghi ed entri. Poi vieni formato, poi inizierai a vedere i risultati, poi farai parte di una grande famiglia, poi avrai la cravatta gialla e non più quella viola, poi avrai la spilla più grande ecc… poi poi… ma questo non è garanzia di eccellenza né tanto meno di qualità del servizio al cliente, e soprattutto prima ti indebiti e poi vedrai, forse, gli utili. Per carità, il rischio d’impresa è questo, anche noi l’abbiamo e lo sappiamo perfettamente, ma riteniamo che non tutti gli agenti siano bravi imprenditori o abbiano questa mentalità e propensione al rischio; noi ricerchiamo figure professionali serie e competenti, non bravi imprenditori per forza, ma bravi agenti, sì.

Come ogni azienda, anche noi di BeHouse guardiamo costantemente al fatturato, ma crediamo ancora in determinati valori e siamo innamorati della qualità e dell’estetica associati alla professionalità e alla passione del vero agente immobiliare.

Per concludere, nel medio periodo vorremmo essere presenti con il marchio BeHouse in tutte le principali città d’Italia e, nel lungo periodo, ci piacerebbe che le persone innanzitutto ritrovino la fiducia nel ruolo dell’agente immobiliare e comprendano appieno che affidarsi al marchio giusto significa essere supportati e tutelati costantemente. Vi ho dato una chiusura poetica perché abbiamo tanta passione… e anche per non svelare troppo subito!

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Rivolgendoci a lettori che potenzialmente stanno pensando di diventare agenti immobiliari, o a professionisti del settore che sono alla ricerca di nuove esperienze lavorative, quali sono le caratteristiche che cercate in un agente da inserire nel vostro organico?

Ricerchiamo innanzitutto agenti e professionisti competenti che, per esperienza acquisita e preparazione costante, sappiano rispondere alle domande e alle esigenze delle varie tipologie di clientela con serietà e cognizione di causa, sapendo leggere il mercato con oggettività e competenza e che abbiano una buona capacità organizzativa e una buona reputazione.

Oggi, ad esempio, stiamo valutando tanti profili di agenti che riteniamo davvero capaci di offrire un contributo alla crescita del network e in generale al settore, questo perché capaci di essere anche creativi e affamati di professionalità, spinti dalla passione nel settore. Questa selezione di agenti che abbiano le caratteristiche elencate, per noi è la prima forma di garanzia che offriamo alla clientela BeHouse, la quale saprà rendere merito in funzione del servizio ricevuto e dai benefici che ne trarrà.

Quanto pensi che l’operato di un agente immobiliare possa venire influenzato dalla sua reputazione? Come si pone BeHouse rispetto a questo tema?

Io ritengo che sia fondamentale avere un’ottima reputazione, credo che questo non debba essere un optional. Noi di BeHouse insistiamo sul cambiamento di cultura e di mentalità, perché purtroppo anche da quanto emerge dai nostri studi e dai nostri sondaggi su scala nazionale si evince che l’agente o l’agenzia hanno perso di credibilità e che, a volte, si è obbligati a rivolgersi a loro per il solo prodotto d’interesse. Ci si dimentica che l’agente è importante anche come consulente per saper valutare al meglio e consigliare il cliente nell’acquisto o nella vendita, ad esempio. Ecco perché da noi lavorano in sinergia consulenti e agenti.

Oggi la reputazione viaggia molto velocemente se si considera Internet un veicolo d’informazione immediato e globale. Si pensi a Facebook, quale principale mass media al mondo, che veicola informazioni e commenti. Apprezzo con estrema sincerità il progetto WeAgentz e vi garantisco che ce ne faremo promotori, perché è necessario che ci siano anche fonti attendibili e che sappiamo premiare il lavoro.

Nel contratto di adesione a BeHouse specifichiamo che chiunque non rispetti il nostro codice etico e professionale non può far parte del network, ed eventualmente sarebbe subito escluso. Per questo motivo abbiamo un dipartimento di monitoraggio che richiede un feedback continuo ai clienti. Nella vita si può sbagliare, figuriamoci, ma nel lavoro una buona reputazione è sinonimo di affidabilità, garanzia e professionalità e spesso l’errore ha delle conseguenze. Noi vogliamo ridurre il rischio di errore con un modello organizzativo ben strutturato. Il cliente diventa perciò il primo partner, perché a sua volta è il primo promotore commerciale dell’agente e dell’agenzia stessa.

Il 2016 si chiuderà con un aumento delle compravendite e diffusi segnali di ripresa del settore immobiliare. Dalla tua esperienza maturata nel Real Estate, come interpreti questi dati e come prevedi evolverà il mercato immobiliare nel 2017?

Concordo! Il 2016 è stato un anno positivo perché i segnali sono incoraggianti, ma certamente il punto di incontro tra domanda e offerta è determinato da più fattori e ci vorrebbe troppo tempo per entrare nel merito. Credo comunque che i dati nel 2017 cresceranno sensibilmente, da quanto abbiamo riscontrato da alcune proiezioni analizzate con i nostri consulenti.

Che cosa pensi manchi all’ecosistema immobiliare italiano per colmare il gap, soprattutto sotto l’aspetto culturale e tecnologico, rispetto ai Paesi anglofoni?

Io e lo staff di BeHouse abbiamo fatto un’analisi ovvia ma importante. Ognuno va alla ricerca disperata di visibilità e di successo, tutti siamo carrieristi. Spesso nei franchising si imitano metodi e strategie dai Paesi anglofoni ma con una mentalità all’italiana che spesso è deleteria. Tutti vorremo essere dei Donald Trump, almeno questo è un modello di riferimento. Nulla di male e mica male! Ma è utopia, siamo tutti diversi per indole e attitudine, con vissuti diversi. Spesso si vende utopia, non qualità. Bisogna lavorare costantemente mirando in alto ma senza perdere come riferimento che la professionalità offre continuità, mentre da noi a volte l’importante è chiudere la trattativa, poi se il cliente non è stato servito bene, non parlerà bene della propria esperienza così da determinare un passaparola negativo. Hai chiuso la trattativa, ma hai perso il cliente e l’indotto che poteva provenire dallo stesso.

In BeHouse riteniamo che per superare il gap culturale e tecnologico bisogna ispirarsi proprio ad un modello organizzativo che ha fatto scuola anche in altri settori perché funzionale a qualsiasi mercato, ovvero il modello Hub and Spoke, non quello in Franchising.

È necessario riscoprire il vero potenziale della rete, tanto più oggi e in Italia. Le capacità di investimento dell’agente, le sue risorse economiche, sono innanzitutto molto limitate.

Come può emergere un professionista vero, se non possiede capacità di investimento? Non può emergere o si deve indebitare. Mentre chi a volte ha capitale per investire, non sa però fare questo mestiere con serietà. Fate attenzione che nelle formule di franchising nulla è gratis, per questo molti oggi si rendono autonomi, oppure sentiamo esperienze che mostrano diffidenza per qualsiasi partnership perché in passato sono rimasti scottati. Il rendersi autonomi però limita la capacità di crescita, e si rischia di non essere all’altezza delle agenzie affiliate ai grandi marchi. Ecco perché quella di BeHouse è una proposta unica e certamente alternativa.

In questo caso perché abbiamo applicato il modello Hub and Spoke? Perché, se guardate i successi che si ottengono con questa metodologia, c’è da essere ottimisti, e perché ben si adatta alle criticità anche del mercato immobiliare.

Non c’è il rischio che presentiate come un network alternativo e rivoluzionario, ma comunque la vostra rimanga un’affiliazione in Franchising classica a tutti gli effetti?

No, e vi spiego perché.

L’Hub, dunque il centro e il riferimento, è BeHouse con la sua struttura organizzativa, i suoi professionisti specializzati nelle varie materie immobiliari, che rappresentano l’eccellenza del brand, mentre tutti gli investimenti vengono affrontati da Hub, cioè da BeHouse. Spoke (i raggi) sono invece tutti gli agenti presenti sul territorio, che possono affidarsi ad una struttura d’eccellenza sempre a loro disposizione per poter operare al meglio e in totale autonomia, senza ricorrere a nessun investimento e quindi senza corrispondere royalty, ma concentrandosi sull’ esigenza del proprio cliente e potendo offrire allo stesso ogni tipo di servizio o consulenza polispecialistica in qualunque momento, ad esempio ricevere un parere legale, uno architettonico, edile e cosi via.

Mettiamo a disposizione di tutti i nostri agenti, un progetto di formazione dedicato e personalizzato, in collaborazione anche con centri universitari di livello europeo, che certificano la formazione con progetti di sviluppo settorializzati. Crediamo davvero nella cultura e nella formazione, perché è alla base della crescita di ogni professionista e del marchio.

Come superare il gap? Ci vuole un cambio di mentalità radicale, un gioco di squadra anche tra agenti e marchi, e non una concorrenza spietata con il solo obiettivo di annullare l’altra parte. Ci vogliono nuove idee e molta formazione condivisa. Ci vuole un confronto continuo tra gli attori protagonisti per migliorare e riportare la fiducia delle persone nel ruolo dell’agente immobiliare. Nei Paesi anglofoni collaborano in varie forme e hanno la capacità di saper cambiare e adattarsi rapidamente ai mutamenti del mercato, proprio perché sanno confrontarsi e perché la concorrenza è finalizzata al miglioramento e alla crescita, non ad eliminare la concorrenza. Cresce uno e crescono tutti. Cosi è la filosofia interna di BeHouse: cresce il network, cresce il professionista.

In Italia, forse, non vogliamo cambiare troppo e forse concretamente non vediamo il gap o non ci interessa.

Con BeHouse vorremo portare avanti questa nuova traccia e presentare un marchio Made in Italy di successo e di eccellenza. Vedremo se ci riusciremo, ma sono ottimista per natura e molti iniziano a parlare del nostro marchio anche nella concorrenza chiedendoci informazioni, questo è un buon segno. Vuol dire che non ce la cantiamo e suoniamo da soli.

Chi è Andrea Anedda

BeHouse franchising network immobiliare Andrea Anedda

Andrea Anedda, nato a Cagliari il 29/01/1981, perito tecnico e commerciale, sposato e padre di due bambine. Fin da giovane inizia a lavorare nel settore immobiliare in un noto marchio in Franchising. Si rende autonomo e nel giro di poco tempo, avendo acquisito esperienza e sicurezza negli anni precedenti, dà vita al marchio Capoluogo Immobiliare. Pur dedicando le proprie energie e risorse alla mediazione in più agenzie di sua proprietà, avvia negli ultimi 36 mesi una ricerca approfondita sull’andamento del mercato, analizzando punti di forza e punti di debolezza del settore. Arriva così a creare il network BeHouse tramite una start-up dedicata allo sviluppo del brand, allo scopo di rispondere in modo innovativo alla crisi e ai segnali di ripresa del mercato, nonché per la valorizzazione della figura professionale dell’agente immobiliare in Italia, utilizzando un nuovo modello economico e manageriale atto ad offrire un servizio di eccellenza ai professionisti, alle agenzie e ai loro clienti.

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Redazione WeAgentz

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